Fin dai tempi dei Sumeri i chirurghi hanno provato a curare, a modo loro, i pazienti con le vertigini. Nelle gesta di Gilgamesh si parla del medico di corte Kalibum che voleva operare l’ orecchio al Re Assurbanipal, dopo che questi, avendo bevuto un fiasco di Chianti scadente di importazione, aveva cominciato a lamentarsi di vertigini e nausea. Pare che il grande Re gli abbia risposto: “Col cavolo! A me non mi tocchi!”, che tradotto dal cuneiforme significa :”Grazie, dotto e sapiente medico, ma forse è meglio aspettare che mi passi la sbornia...” Di fatto, anche oggi le terapie per i pazienti vertiginosi sono mediche o riabilitative e solo eccezionalmente chirurgiche. Allora si parlerà della terapia medica della vertigine, che negli ultimi anni è cambiata tantissimo …dico la terapia, non la vertigine: quella è sempre uguale. Per esempio, oggi si dà grande importanza ai protocolli terapeutici (V. legge Balduzzi), solo che: 1) non esistono protocolli per molte delle nostre malattie; 2) il più delle volte i protocolli non sono attuabili o sono francamente incomprensibili e poi ancora molto altro. Vi aspettiamo in molti alla tredicesima giornata di Vestibologia pratica a Lucca… spero porti fortuna a tanti.

Mauro Gufoni Riccardo Mario Piane